L’idroponica rappresenta una metodologia di coltivazione “fuori-suolo”, che prevede il solo impiego di acqua in qualità di substrato primario. Un impianto idroponico tra i più semplici vede le piante di cannabis coltivate all’interno di semplici secchi, piccoli recipienti o ceste riempite di un substrato “inerte”, sospese al di sopra di un serbatoio pieno d’acqua. Quest’ultimo racchiude tutte le sostanze nutritive necessarie alla loro sopravvivenza, alla crescita e allo sviluppo, agevolato dall’impiego di piccole pietre porose che consentono la corretta ossigenazione del liquido.

Tale modello costituisce una “base di partenza” anche se di fatto in commercio sono disponibili sistemi più complessi che possono presentare forme differenti. La scelta dell’impianto appare dunque soggettiva e può di fatto variare in funzione delle esigenze personali del coltivatore.

Molti sono i vantaggi dati dalla coltivazione idroponica. Le piante, crescendo al di fuori del terreno, possono godere di un ecosistema controllato, privo di parassiti. In questo modo il rischio di contaminazioni batteriche e infestazioni è notevolmente ridotto.

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